La Casa di Romeo
La casa di Romeo è un palazzo medievale in pieno centro a Verona. Un tozzo torrione e alte mura merlate lo rendono simile a un piccolo castello. Fino ai primi del XIV secolo fu la dimora dei Montecchi che, secondo leggende e testi letterari, era la famiglia di Romeo.
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La casa di Romeo è tappa di tutti i nostri tour nella Verona shakespeariana. L'edificio è privato, abitato, e quindi si può vedere solo esternamente. Coi nostri ospiti ci piace visitare la casa dei Capuleti subito dopo aver visto quella dei Montecchi, passeggiando per il percorso più breve e immaginando che fosse lo stesso su cui Romeo correva per arrivare prima da Giulietta.
Vicende storiche e letterarie
Due famiglie di uguale nobiltà, nella bella Verona dove poniamo la scena, dall'antico rancore s'accende una nuova mischia, che insozza le mani dei cittadini del loro stesso sangue.
La casa di Romeo si trova in un vicolo, centrale ma un po' appartato, nella zona più antica di Verona, subito dietro le Arche Scaligere.
Non è uno sfarzoso palazzo nobiliare, con affreschi e decorazioni, ma una sorta di spartano e imponente castello in mattoni a vista. Nella via stretta e buia dove si trova incute una certa soggezione.
Guelfi e Ghibellini
Come in molti comuni italiani nel XIII secolo, anche Verona subì i violenti scontri tra guelfi e ghibellini. Erano i sostenitori politici del Papa (guelfi) e dell'Imperatore (ghibellini).
Quando una fazione prevaleva sull'altra, i vinti venivano massacrati o esiliati, i loro beni confiscati. Il rancore e il desiderio di vendetta erano sentimenti dilaganti, le faide erano all'ordine del giorno.
Sull'alto muro che circonda il cortile interno e sulla massiccia torre della casa di Romeo si nota una tipica merlatura a V. Vengono detti "a coda di rondine" ed era un simbolo ghibellino. I Montecchi volevano far conoscere la loro appartenenza politica. Questo, però, li esponeva ad attacchi e vendette e richiedeva una dimora ben difesa, in grado di resistere ad un assedio. Questo è il motivo di una tale roccaforte nel centro di Verona. I nemici contro cui difendersi erano altri cittadini.
L'Esilio dei Montecchi
A metà del '200 in tutto il Veneto prevalsero i ghibellini, guidati dal brutale Ezzelino da Romano che instaurò il suo dominio sulla regione. A Verona i Montecchi lo sostennero accrescendo il proprio prestigio in città.
Nel 1259, alla morte di Ezzelino, il Consiglio di Verona nominava Mastino I della Scala capitano del popolo a vita. Era il primo passo della transizione da Comune, in cui il potere era suddiviso tra famiglie importanti e corporazioni, a Signoria, col potere accentrato nelle mani di un'unica famiglia.
I Montecchi non si rassegnarono a perdere la propria influenza a Verona e nel 1325, assieme ad altre famiglie, tramarono per rovesciare gli Scaligeri. Il piano venne scoperto e tutti i congiurati banditi dalla città. I beni dei Montecchi furono confiscati, incluso il loro palazzo di Verona che venne dato alla famiglia Nogarola, fedeli alleati degli Scaligeri.
A metà tra fantasia e cronaca
C'è un filo sottile che divide il racconto di Romeo e Giulietta dai fatti e dal contesto storico della Verona medievale.
Anche se Shakespeare e gli altri autori non ci dicono quale fosse l'antico odio che opponeva le famiglie di uguale nobiltà, non è difficile immaginare che fossero vecchie rivalità di guelfi e ghibellini, non del tutto sopite agli inizi del '300. Dante invece ci fornisce un indizio nel sesto canto del Purgatorio, dove parla dei disastri delle lotte di fazione in Italia:
Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura: color già tristi, e questi con sospetti!
E nell'esilio letterario di Romeo riecheggia quello storico dei Montecchi.
Se vuoi approfondire
Visitare la Casa di Romeo
La casa di Romeo è ora un edificio privato. Al piano terra ospita una tipica osteria veronese dove si possono gustare piatti tradizionali. Nonostante la posizione ci sono ancora molti veronesi che la frequentano.
Dato che la gente ci vive non possiamo visitare l'interno della casa di Romeo. Dall'esterno però si respira ancora l'atmosfera del turbolento periodo veronese di fine '200.
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