Le Mura Medievali
Le fortificazioni di Verona medievale sono complesse e articolate. Esse comprendono i resti di mura altomedievali realizzate da Teodorico nel V secolo, la cinta comunale e le più ampie e strutturate fortificazioni scaligere del '300. Il periodo di riferimento copre quasi mille anni in cui la città subì importanti cambiamenti demografici e urbanistici ma mantenne sempre la sua fondamentale importanza strategica al centro delle vie di comunicazione del nord Italia.
I nostri prossimi tour
Le mura medievali di Verona offrono numerosi spunti per visite
guidate di grande fascino. I resti altomedievali del
centro vanno spesso cercati nei vicoli e nelle piazzette secondarie,
oppure scendendo negli scantinati di palazzi ed edifici. Il
tratto collinare delle mura di Cangrande permette invece di effettuare
un vero e proprio trekking urbano a pochi passi dal centro storico,
scoprendo luoghi sconosciuti ai veronesi stessi da cui godere di spettacolari
scorci panoramici su Verona dall'alto.
I tour delle mura di Verona sono itinerari ideali per gli appassionati di
storia e per chi è sempre alla ricerca di percorsi insoliti e fuori dal
comune.
Informazioni e prenotazioni
+39 333 2199 645 info@veronissima.com P.I. 03616420232 C.F. CPPMHL74L13L781C
Le Mura di Teodorico
L'imperatore Gallieno, nel 265 d.C., restaurò ampie porzioni del
vecchio muro repubblicano reso ormai inservibile da secoli di
abbandono. L'impresa fu portata a termine in soli sei mesi sotto la
minaccia dell'invasione alemanna. I costruttori non andarono tanto per il
sottile e utilizzarono tutto ciò che c'era a disposizione: ciottoli di
fiume, mattoni e blocchi di pietra di edifici pubblici, lapidi funerarie.
Altri due secoli e l'Impero Romano ebbe fine sotto il peso della crisi
interna e delle successive ondate di invasioni barbariche.
Nel 489 Teodorico divenne il nuovo re barbarico d'Italia.
Anche se la capitale era formalmente Ravenna Verona divenne il luogo dove
maggiormente il sovrano amava soggiornare. La città era meglio collegata
con le Alpi e quindi ai territori da cui Teodorico proveniva. Grazie a
questa predilezione Verona beneficiò di restauri alle
infrastrutture e venne dotata di un palazzo.
Dalle fonti sappiamo che Teodorico costruì anche una nuova cinta
muraria. A lungo è regnata una certa confusione su quali tratti
del muro tardo antico fossero da considerarsi "Mura di Gallieno" oppure
"Mura di Teodorico". Recenti ritrovamenti e studi archeologici hanno fatto
un po' di chiarezza. Pare quindi che il muro di Teodorico non fosse un
semplice restauro del vecchio muro romano, ma una struttura ex-novo
costruita circa un metro più avanti rispetto alla vecchia cinta difensiva.
Nella sua realizzazione finirono molti dei materiali del vecchio muro
romano compreso il restauro di Gallieno, assieme a pezzi di templi pagani
che venivano smantellati, lapidi e iscrizioni. Si può notare questo sorprendente
patchwork di materiali in più punti dove il muro è visibile,
come ai lati di Porta Borsari, in via Diaz e vicolo del Guasto, oppure
sottoterra, sotto la scuola della Congregazione delle Figlie di Gesù
(visitabile previa autorizzazione) dove si può vedere anche una delle
torri di rinforzo.
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San Giovanni in Valle
A lungo si è cercato il mitico palazzo di Teodorico a Verona. Sappiamo che sorgeva sulla sponda sinistra dell'Adige, nei pressi del colle San Pietro ma i suoi resti non sono mai stati identificati con certezza. Tutta la zona collinare di Verona, dal colle San Pietro alla Fontana del Ferro era parte di una cittadella fortificata dove risiedevano i conquistatori goti separati dalla popolazione latina. Al centro vi era la chiesa di San Giovanni in Valle, dedicata al culto ariano praticato dai goti. Non resta quasi nulla delle strutture altomedievali di questa zona, tra le più suggestive di Verona, se non nel nome. Il toponimo "in valle" deriva da "vallum gotorum", ossia fortificazione dei goti. La chiesa, in un austero stile romanico, è tuttora visitabile.
Le Mura Comunali
A partire dall'XII secolo Verona diviene libero comune,
entrando attivamente nelle lotte territoriali con le città
limitrofe, nello scontro tra guelfi e ghibelline e le contese con gli
imperatori germanici per il controllo del nord Italia.
Nel frattempo la città era cresciuta di dimensioni e necessitava una nuova
cinta muraria che inglobasse e proteggesse la nuova espansione urbana.
Fino a quel momento infatti il sistema difensivo era ancora quello tardo
antico che coincideva quasi perfettamente con la vecchia cinta romana. L'iconografia
rateriana è la più antica raffigurazione di Verona (vedi
la pagina iniziale nella sezione storia di
Verona), realizzata dal vescovo Raterio nel X
secolo. Per quanto la prospettiva sia molto approssimata, si può ancora
chiaramente distinguere il vecchio muro romano.
Il muro comunale, anche se molto rimaneggiato da interventi successivi, chiude piazza Bra proprio di fronte all'Arena di Verona seguendo l'antico tracciato.
Il nuovo muro fu realizzato circa 3-400 metri più avanti rispetto al
vecchio e inglobò anche l'Arena
e l'Arco dei Gavi di
epoca romana. Quest'ultimo divenne una delle porte di accesso.
Davanti al muro venne anche scavato un canale detto Adigetto,
collegava i due tronconi dell'ansa dell'Adige e fungeva da fossato. Varie
porte regolavano l'ingresso in città. Di queste non ne rimane più alcuna.
I portoni della Bra, dove si apriva uno dei passaggi del vecchio muro comunale, e parte dell'annessa torre pentagona sono in realtà un rifacimento del 1800.
Il muro comunale è ancora visibile in lunghi tratti davanti a piazza Bra (la piazza dove si trova l'Arena) e lungo via Pallone. L'Adigetto fu interrato alla fine del 1800 e ne resta qualche traccia seminascosta dietro alcuni palazzi di via Roma. Un brandello di muro comunale originale e l'antico porta del Morbio furono scoperti durante i lavori di restauro di Castelvecchio nel XX secolo. Nascosto e inglobato tra palazzine anni '60 si conserva una delle torri della cinta muraria.
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Le Mura di Cangrande
A partire dalla fine del '200 Verona divenne un'importante
signoria. La famiglia della Scala aveva fatto della città
la capitale di una specie di piccolo regno che progressivamente
si espanse a controllare un territorio molto ampio. All'apice della
potenza, la signoria della Scala estendeva i suoi possedimenti
dalla sponda orientale del lago di Garda
fino alle porte di Venezia, dalla Val d'Adige a Lucca.
La città divenne ricca e prospera espandendosi molto oltre la vecchia
cinta muraria.
Agli inizi del '300, quando al potere salì l'abile e carismatico
Cangrande della Scala, sembrava che l'espansione della signoria
non dovesse avere fine. Si incominciò a pensare che Verona sarebbe potuta
diventare la capitale di un vero e proprio stato regionale, e anche di
più.
Cangrande aveva una notevole lungimiranza e visione strategica e capì che
per essere all'altezza delle sue aspirazioni la città avrebbe dovuto
dotarsi di un sistema difensivo più moderno ed efficace, in grado di
renderla inespugnabile in caso di grandi conflitti con le potenze
limitrofe.
Da questa esigenza nacque una nuova, imponente cinta muraria. La concezione di questo sistema difensivo, a parte le modifiche per adattarlo all'evoluzione della tecnologia bellica, è rimasta inalterata fino al 1866, quando Verona e il Veneto entrarono a far parte del regno d'Italia.
La Destra Adige
Cangrande estese di quasi 800 metri verso sud la cinta muraria che
chiudeva l'interno dell'ansa dell'Adige. Il nuovo muro inglobava così
alcuni grandi monasteri come San Zeno e San
Francesco al Corso che fino a quel momento erano rimasti
esclusi dalle difese cittadine. Torri a pianta quadrata rinforzavano il
muro in mattoni a intervalli regolari. Nuove porte fortificate garantivano
l'accesso alla città.
Dove il muro terminava in riva all'Adige, un sistema di catene
mobili chiudeva l'accesso alla città dal fiume.
Di questo ampio tratto di muro non resta quasi più traccia. Esso fu quasi
completamente cancellato dal totale rifacimento del sistema difensivo
eseguito dai veneziani nel 1500. Alcuni brandelli di muro di Cangrande
sono emersi durante scavi archeologici sotto il terrapieno di epoca
austriaca.
Si è invece miracolosamente conservata una delle torri che reggevano le
catene poste a sbarramento dell'Adige. Nonostante le devastanti piene che
si sono susseguite nel corso dei secoli si può ancora ammirare in mezzo al
fiume tra il quartiere di San Zeno e Borgo Trento.
Cangrande mantenne intatto il muro comunale. Nel caso in cui il nemico fosse riuscito a superare la prima linea difensiva, la vecchia cortina avrebbe creato un ulteriore sbarramento interno all'avanzata verso il cuore di Verona. Il muro è ancora chiaramente visibile in un lungo tratto da piazza Bra fino a Ponte Aleardi.
La Sinistra Adige
L'intervento di Cangrande sulla sinistra Adige fu ancora più radicale ed esteso. Il muro adesso saliva sulle colline a nord e ne seguiva il crinale inglobando un'area estesissima di campagna a est della città. Campi coltivati e orti all'interno della cinta difensiva avrebbero continuato a fornire cibo a Verona anche in caso di assedio prolungato. Torri scudate (aperta sul lato interno) rinforzavano il muro a intervalli regolari. Sul fronte orientale Cangrande creò un profondo vallo scavato nella roccia tufacea.
Le fortificazioni scaligere a sinistra dell'Adige sono quelle
meglio conservate. Si trovano principalmente in zona collinare,
alle spalle hanno i monti Lessini. Anche quando venne introdotta la
polvere da sparo era improbabile che venissero colpite dall'artiglieria.
Trascinare i cannoni in salita e sui crinali sarebbe stata infatti
un'impresa troppo ardua per l'esercito attaccante. Hanno resistito ai
rifacimenti veneziani e austriaci delle fortificazioni di Verona subendo
solo piccole modifiche e alterazioni che non ne hanno stravolto l'impianto
sostanziale.
È possibile visitare il tratto collinare delle mura di Cangrande con un affascinante
itinerario guidato che ti porterà a scoprire un aspetto nascosto della
città dove natura e architettura si fondono a pochi passi dal centro
storico.
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Castelvecchio
La grande fortezza cittadina di Verona venne costruita a metà del '300. Cangrande era scomparso circa vent'anni prima e la città aveva
definitivamente abbandonato le sue ambizioni di potenza regionale. È
possibile che nei progetti del grande signore scaligero vi fosse una
roccaforte da integrare nella sua visione strategica.
Castelvecchio fu realizzato in riva al fiume, a cavallo del vecchio muro
comunale diventato ora uno sbarramento interno alla città. In questo modo
c'era una fortezza con uomini e munizioni in un punto nevralgico del
sistema difensivo. Se le cose si fossero messe male, avrebbe
anche garantito una rapida e sicura fuga della famiglia della Scala.
Anche se molto rimaneggiato nel corso della sua lunga storia Castelvecchio è ancora un'importante presenza architettonica nel centro di Verona e visitabile sia esternamente che internamente.
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La Dominazione Viscontea
Nel 1388 la signoria scaligera giunse al termine quando i Visconti di Milano presero il controllo della città. La dominazione viscontea durò circa quindici anni e fu particolarmente invisa alla popolazione di Verona. La guarnigione dell'esercito milanese si arroccò all'interno di una cittadella annessa alla città che li separava dalla popolazione e avrebbe protetto le guardie in caso di rivolte e sommosse.
La Cittadella era un quartiere fortificato realizzato rivolgendo le difese di Verona contro la città. Due ampi tratti del vecchio muro comunale e del nuovo muro di Cangrande che correvano paralleli, separati da una distanza di circa 6-800 metri, vennero collegati da due cortine in muratura che venivano a creare un quadrato fortificato piuttosto regolare.
Della Cittadella Viscontea oggi rimane il nome della zona dove sorgeva e
di una piazza non lontana dalla Bra. Nei primi anni 2000, durante i lavori
di realizzazione di un parcheggio su Lungadige Capuleti, furono trovati i
resti di uno dei due muri di collegamento costruiti dai milanesi. Porzioni
dello scavo sono visibili nei punti di accesso al parcheggio sotterraneo.
Il muro Comunale, anche se rimaneggiato e alterato da interventi
successivi è invece ancora chiaramente visibile.
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Gli itinerari guidati alla scoperta delle fortificazioni medioevali di Verona possono seguire le proposte tematiche legate al territorio o all'epoca storica o essere concordate con la guida turistica per costruire percorsi personalizzati a seconda delle esigenze:
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