L'Annessione del Veneto al Regno d'Italia
Nel 1866, a seguito di una serie di trattati, alleanze internazionali e guerre, il Veneto venne ceduto alla Francia che lo cedette al Regno d'Italia. L'annessione venne sancita formalmente da un plebiscito popolare.
Dopo la drammatica battaglia nel corso della prima guerra di Indipendenza, Custoza con le sue alture, fu nuovamente teatro di aspri scontri tra le truppe italiane e quelle austriache.
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Nel 1861 fu proclamata l'unità d'Italia. Cavour, dietro cessione di Nizza e della Savoia era riuscito a far accettare a Napoleone III l'annessione della Toscana e dell'Emilia Romagna che venne sancita da un plebiscito popolare.
Dall'altro lato, Garibaldi, alla testa delle sue mille camice rosse compiva la sua vittoriosa spedizione nel Regno delle Due Sicilie consegnando poi il territorio conquistato nelle mani del Re Vittorio Emanuele II. Anche il sud Italia veniva così ammesso al Regno Sabaudo.
Il Veneto tuttavia restava ancora saldamento sotto il dominio austriaco.
Per ottenere il Veneto, questa volta, il neonato Regno d'Italia guidato dal primo ministro La Marmora, succeduto nel frattempo a Cavour scomparso il 6 giugno 1861, si alleò con con la Prussia. Anche il grande regno germanico, come l'Italia, aveva interesse a combattere l'Austia e a ridimensionarne l'influenza nella Confederazione Tedesca così da poter avviare un'unificazione nazionale.
Alleandosi con la Prussia, in caso di vittoria, il regno d'Italia avrebbe ottenuto il Veneto.
L'Austria, intimorita da questo attacco su più fronti, propose all'Italia la cessione del Veneto in cambio della neutralità che però venne rifiutata dando inizio alla campagna militare.
L'esercito e la marina italiana vennero però duramente sconfitti dagli austriaci, per mare a Lissa, e in terra di nuovo a Custoza, in territorio Veronese. Ad aggiungere alla drammaticità delle sconfitte, il fatto che quasi tutta la marina austriaca e parte dell'esercito fossero costituiti proprio da veneti.
Truppe austriache in esercitazione all'interno di un forte. Da una foto del 1866. Mancano pochi mesi all'annessione del Veneto al neonato regno d'Italia.
Nonostante le sconfitte, grazie alla schiacciante vittoria prussiana nella battaglia di Sadowa, il Regno Italiano ottenne dall'Austria, tramite un passaggio formale alla Francia, la cessione del Veneto. La cerimonia protocollare di cessione del Veneto al Regno d'Italia fu firmata a Verona, a Palazzo Carli, sede del comando austriaco, dai generali Moering e Jacobs per parte asburgica, e dal generale Le Boeuf per la Francia.
La piccola sala degli stucchi all'interno di Palazzo Carli dove venne firmata la cessione del Veneto alla Francia. Gli austriaci si rifiutarono di consegnare la regione direttamente all'Italia che avevano sconfitto sul campo, sottolineando così che la cessione avveniva per le questioni formali di un trattato.
L'annessione fu sancita da un plebiscito con risultato di 88.864 voti favorevoli e 5 contrari.
La partenza dell'esercito austriaco fu accompagnata da qualche tumulto e funestata dalla morte di Carlotta Aschieri, incinta al settimo mese, trafitta dalle baoionette dei soldati austriaci mentre beveva un caffé con il marito in un bar di piazza Bra.
L'uccisione della giovane Carlotta Aschieri nel corso delle repressioni austriache all'indomani dell'annessione del Veneto al Regno d'Italia. Rappresentazione dell'artista Pietro Rossi conservata alla Galleria d'Arte Moderna di Verona.
Nel luogo dove a lungo vi fu un bar, del quale oggi ha preso il posto un negozio di biancheria, una targa ricorda ancora l'inutile e barbaro omicidio.
Il 16 ottobre 1866 le truppe italiane entravano finalmente a Verona.
Inaugurazione della statua di Vittorio Emanuele II, opera dello scultore milanese Antonio Borghi, collocata in piazza Bra nel 1883.
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