Palladio a Verona
Anche se le opere di Andrea Palladio si concentrano soprattutto attorno a Vicenza, nel territorio circostante e nel Veneto orientale, anche Verona ospita alcuni suoi originali capolavori come ad esempio Villa Serego/Santa Sofia.
Per coloro che vogliano effettuare un tour delle opere del Palladio, è dunque Vicenza la destinazione ideale. Tuttavia, per i veri appassionati desiderosi di conoscere alcune delle opere più originali e meno conosciute del grande maestro dell'architettura universale, anche Verona offre alcuni interessanti spunti per delle visite guidate.
Info e Tour delle opere del Palladio a Verona:
+39 333 2199 645 info@veronissima.com P.I. 03616420232 C.F. CPPMHL74L13L781C
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Palladio Vs Sanmicheli
Anche se Verona è a soli 50 km da Vicenza, vera "capitale" del Palladio, le sue opere in territorio veronese sono poche.
Le nobili famiglie veronesi, molto orgogliose della prestigiosa storia romana e scaligera della città, vollero sempre mantenere un'autonomia, anche solo estetica, perfino durante i secoli della dominazione veneziana. Preferirono dunque affidare il rinnovamento dell'architettura di Verona nel '500 al veronese Michele Sanmicheli, la cui opera è ancora un tratto inconfondibile dell'aspetto e perfino della struttura urbanistica della città.
Per approfondire
Villa Santa Sofia
Poco fuori Verona, si trova però la villa che viene considerata la più originale tra quelle del Palladio: Villa Santa Sofia.
La villa sorse sulle proprietà di Marcantonio Serego, discendente di Cortesia Serego, cavaliere della famiglia della Scala, che come riconoscimento dei suoi servigi aveva ricevuto il terreno nel cuore della Valpolicella dove sorgeva, e ancora sorge, la piccola chiesetta di Santa Sofia. Già nel '300 i monaci producevano e conservavano il vino nelle cantine del monastero, e ancor oggi, nell'azienda Santa Sofia che occupa la barchessa a occidente del corpo villa, si produce un eccellente amarone.
Per saperne di più
Villa Santa Sofia è una delle ultime opere disegnate dal Palladio ed è un esempio più unico che raro nella vasta produzione dell'artista.
A differenza della tipica struttura della villa palladiana, dominata dal corpo centrale della costruzione padronale, qui Palladio decise di articolare la villa attorno al grande "vuoto" della corte centrale, ispirandosi alla villa romana. Al posto dei mattoni intonacati la superficie della villa è caratterizzata da massicci pilastri in tufo sormontati da capitelli ionici. Il materiale proveniva dalle locali cave dei Serego, e i blocchi rozzamente sgrossati, uno sull'altro, formano delle pile irregolari diventando uno dei maggiori elementi caratterizzanti della facciata.
I pilastri, assieme all'effetto di vuoto e pieno, simile a quello ottenuto per la loggia inferiore di palazzo Chiericati a Vicenza, contribuiscono a creare un senso di austera potenza raramente raggiunto nelle più tipiche realizzazioni del Palladio.
La villa, a causa di svariate difficoltà, soprattutto di natura economica, non fu mai terminata, e ciò che si può ammirare oggi è una piccola porzione del progetto iniziale e la barchessa laterale dove è ancora ospitata l'azienda vinicola.
Il meraviglioso parco della villa ospita alcuni imponenti alberi coevi alla realizzazione della villa.
Villa Santa Sofia al momento non è visitabile. È possibile visitare la cantina Santa Sofia ospitata nell'ala sinistra degli edifici rustici del complesso. Le cantine sono ancora quelle del vecchio monastero. Da una finestra della sala degustazione è possibile scorgere una porzione della facciata di Villa Serego.
Palazzo della Torre
Palazzo della torre è l'unica opera del Palladio nella città di Verona. Gli fu commissionata da Giovan Battista della Torre, uomo di scienze e di cultura, amico di importanti personaggi dell'epoca.
La datazione del palazzo è incerta, probabilmente attorno al 1555, così come la reale struttura della costruzione, realizzata solo in parte. Inoltre, nel corso della seconda guerra mondiale, un bombardamento danneggiò l'edificio di cui rimangono oggi un imponente portale e il cortile con colonne e trabeazione. Pochi elementi che tuttavia contribuiscono a creare un affascinante e misterioso effetto di rovina arcaica. Il palazzo è visitabile dall'esterno.
Altare Fregoso
Un'altra opera che tradizionalmente viene attribuita ad Andrea Palladio si trova all'interno della chiesa di Santa Anastasia. Si tratta del monumento funebre dedicato al genovese Giano Fregoso, comandante delle milizie veneziane, morto a Verona nel 1529.
L'altare Fregoso è normalmente illustrato nelle visite alla chiesa di Santa Anastasia.
Per approfondire
Il gruppo scultoreo rappresenta la resurrezione di Cristo. Fu realizzato dallo scultore Danese Cattaneo nel 1565. Danese Cattaneo, originario di Colonnata, era ben inserito nella vita artistica e culturale del Veneto, collaborò a lungo con il Sansovino ed era amico personale di Andrea Palladio. Anche se non esiste una documentazione ufficiale la tradizione ritiene che l'impostazione dell'opera sia frutto di un'idea di Andrea Palladio, probabilmente uno schizzo informale realizzato per l'amico scultore che gli aveva chiesto consiglio e aiuto per una commissione importante.
L'opera raffigura il sepolcro di Gesù come una struttura architettonica classica in marmo bianco con una netta atmosfera palladiana. Al centro è la possente figura di Gesù che emerge dalla tomba rappresentata dalla porta centrale costituita da una lastra di marmo nerissimo. Simmetricamente ai lati due soldati romani raffigurati minuziosamente nelle loro loriche.
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