Verona Romana - la Fondazione
Nel I secolo a.C. i romani trasformarono Verona da piccolo villaggio di capanne in grande città con palazzi in muratura, infrastrutture e strade lastricate in pietra. L'impianto romano di Verona e molti suoi monumenti hanno resistito più di duemila anni e sono tuttora visibili.
Un tratto dell'originale lastricato in basalto della via Postumia sotto l'Arco dei Gavi a Verona. Il sistema viario romano ebbe un ruolo fondamentale nella fondazione e nello sviluppo di Verona.
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L'Espansione Romana in Nord Italia
I romani giunsero in nord Italia alla fine del III secolo a.C.. La seconda
guerra punica contro Annibale si era combattuta principalmente
nel territorio della penisola e aveva dato ai romani il pretesto per
espandervi e consolidarvi il proprio dominio.
L'invasione romana nei territori dei Veneti fu
sostanzialmente pacifica. La popolazione locale aveva compreso che
alleandosi con Roma avrebbero avuto più vantaggi che combattendola.
La città romana fu posta all'interno dell'ansa del fiume Adige.
I generali romani si erano subito resi conto dell'importanza strategica di Verona e ne fecero un fondamentale avamposto militare. Vi era un fiume che garantiva l’approvvigionamento d’acqua ed era abbastanza ampio e profondo per la navigazione. Con le sue anse, offriva inoltre una formidabile difesa naturale. La zona era in pianura ma protetta a nord da colline che partendo da ridosso al fiume Adige, procedendo verso nord diventano vere e proprie montagne. Verona era a breve distanza dal lago di Garda, all’epoca ancora chiamato Benacus. Si trovava sulla linea pedemontana, all'imbocco della val d'Adige, collegamento naturale tra il valico del Brennero, da cui era passato Annibale, e la pianura Padana. Queste vie di comunicazione, poco più che sentieri in terra battuta, erano sicuramente già utilizzate per collegare i vari insediamenti che sorgevano dalla prima età del bronzo. I romani le resero delle strade lastricate, dritte e larghe, su cui si sarebbero comodamente spostati eserciti e merci. Crearono così una formidabile rete stradale al centro della quale, nel nord Italia, c'era Verona.
Le strade romane
Tutte le strade portano a Roma ma, si potrebbe dire, molte strade portano a Verona.
La via Postumia
Nel 148 A.C. il console Postumio Albino fece realizzare la Via
Postumia. Quest'importante strada collegava il
nord-est con il nord-ovest della penisola, Genova con Aquileia.
Verona si trova grosso modo a metà della lunghezza della via Postumia. La
città venne fondata quasi contemporaneamente alla stesura della strada e
vi fu posta letteralmente sopra. Ancora oggi l’asse costituito da
Corso Porta Palio - Corso Cavour - Corso Porta Borsari – Corso Santa
Anastasia, ricalca perfettamente il tracciato della via Postumia.
Genova e Aquileia erano due importanti porti commerciali.
Inizialmente la strada aveva uno scopo militare, ma presto si riempì di
carri che trasportavano per tutto il nord Italia merci di ogni genere
arrivate via mare da tutte le regioni dell'impero: il grano dell'Egitto e
della Libia, il vino e il garum della Spagna, l'olio della
Grecia.
Alcuni anni fa, a seguito dei lavori di rifacimento delle tubature sotto corso Cavour furono riportate alla luce le belle lastre di pietra vulcanica, liscia e nera, dell’originale selciato romano che giacevano un metro e mezzo sotto l’asfalto. Su di esse ancora si potevano scorgere i solchi entro cui scorrevano le ruote dei carri romani. Gli stessi solchi si possono ammirare oggi sotto l’Arco dei Gavi, il monumento celebrativo della gens Gavia, ricca e potente famiglia patrizia, innalzato nel I secolo d.C.
La via Gallica
Verona e Mediolanum (l'antica Milano) erano invece collegate dalla via Gallica. Come dice il nome era la strada che portava verso ovest e le Gallie. Fu realizzata nel 40 d.C sotto l'imperatore Claudio. Nel suo percorso collegava i centri romani sulla costa meridionale del lago di Garda come Arilica (Peschiera), Sirmio (Sirmione), Decentianus (Desenzano) e Brixia (Brescia).
La via Claudia Augusta
Un'altra strada di fondamentale importanza che passava per Verona era la Via Claudio Augusta. Collegava il Brennero con Ostiglia, quindi le Alpi con la pianura Padana. Fu costruita da Druso, generale dell'imperatore Augusto durante la campagna militare contro i Germani, e completata da Claudio. La via non faceva che allargare e lastricare il sentiero che da secoli le popolazioni alpine e sub-alpine percorrevano per muoversi da nord a sud e viceversa lungo la valle del fiume Adige.
Queste strade sarebbero diventati gli assi di un sistema che collegava l’est con l’ovest, il nord con il sud e che aveva al suo centro proprio Verona. Ancora oggi, le autostrade che passano per Verona, non fanno che ricalcare quell’antico schema oggi chiamato Milano-Venezia (A4) e Modena-Brennero (A22).
Il primo insediamento
Colle San Pietro, sede del villaggio preistorico e del primo insediamento di Verona Romana.
Nell'89 a.C. Verona diviene Colonia latina. È uno status
di prestigio che sembra indicare la volontà di Roma di stabilire uno
stretto legame con la città concedendo diritti politici ai
suoi abitanti. Sembra confermare ciò una mappa catastale in bronzo che riporta il nome veneto del propietario di un terreno fuori città.
Il primo insediamento romano era sulla sponda sinistra
dell'Adige, su colle San Pietro. Sulla cima del colle fu costruito un
tempio, il più antico del Veneto. Il resto dell'abitato sorgeva sul pendio
e sulla riva protetto da un muro che circondava il colle. Qui forse aveva
la propria sontuosa abitazione anche la famiglia di Catullo, la gens
Valeria che possedeva anche l'immensa villa a Sirmione, sul lago di Garda.
I ponti
Il collegamento con l'altra sponda del fiume era garantito dal ponte in
pietra che sostituì il vecchio guado in legno e i che si può ancora
ammirare nella sua posizione originaria: il ponte Pietra.
Su di esso passava la via Postumia.
In seguito venne costruito un
ulteriore ponte, monumentale, parallelo al primo, per far passare
adeguatamente l'importante strada romana: il ponte Postumio.
Di questo non rimane traccia, distrutto forse da una piena dell'Adige.
Le teste di ponte (i punti in cui si appoggiava alle sponde del fiume) del ponte Postumio furono scoperte durante i lavori di costruzione degli argini dell'Adige e confermarono la posizione in asse con il decumano massimo e quindi con la via Postumia.
La fondazione della città
Nel 49 a.C. Giulio Cesare fa promulgare la Lex Roscia con cui viene riconosciuta ai cittadini del nord Italia la piana cittadinanza romana. Verona venne iscritta nella tribù Polibia, uno dei 35 distretti di voto cui i nuovi municipi dovevano essere assegnati.
Vengono nominati i quattruoviri incaricati di appaltare, dirigere e coordinare i lavori di costruzione di una città dotata delle migliori infrastruttura e abbellita da grandi palazzi pubblici e monumenti. I loro nomi sono P. Valerius, Q. Caecilius, Q. Servilius, P. Cornelius, come appaiono nell'iscrizione che li ricorda su Porta Leoni. Si tratta dell'atto di nascita ufficiale della città.
Il centro urbano si sposta dalla collina alla pianura, all'interno dell'ansa dell'Adige sulla sponda destra. La costruzione della Verona romana rispecchia fedelmente la più tipica struttura dell’accampamento militare: due assi principali, cardo massimo e decumano massimo che si intersecano perpendicolarmente nel foro. Il decumano massimo di Verona coincideva con la stessa via Postumia.
Sotto molte vie del centro storico di Verona si può ancora rivenire l'originale selciato romano a circa 2 metri più in basso dell'attuale piano stradale.
Agli assi principali si affiancano una serie di cardi e decumani
minori, paralleli e perpendicolari tra di loro,
che formavano un bel reticolo regolare simile a una scacchiera.
Lo stesso che si può facilmente notare guardando oggi una fotografia aerea
della città, con l’asse Corso Cavour – Corso Santa Anastasia (il
decumano massimo) che si interseca con via Cappello
(il cardo massimo) e, perfettamente al centro Piazza
delle Erbe, l’antico foro.
La presenza dell'ansa del fiume attorno alla città costrinse però gli
urbanisti romani a fare alcune modifiche al progetto standard. La pianta
della città non aveva la tipica forma quadrata. Volendo porre il foro al
centro dell'ansa e volendo far coincidere il decumano massimo con la via
Postumia, l'incrocio con il cardo massimo era a "T" e non a "X".
I palazzi pubblici
Attorno al foro sorsero imponenti edifici pubblici.
Il Capitolium
Un intero lato della piazza era occupato dal tempio dedicato a Giove, Giunone, Minerva: il capitolium. Era un complesso immenso, costituito da una grande piattaforma, circondata su tre lati da un portico con al centro il tempio vero e proprio. Numerosi resti della grande struttura sono stati rinvenuti sotto molti palazzi dell'isolato su cui sorgeva. Alcuni sono visitabili.
Curia e Basilica
Su un altro lato della piazza sorgevano invece il tribunale, cioè la basilica, e la curia, l'edificio dell'amministrazione pubblica. Anche in questo caso, abbondanti resti di questi grandi edifici sono stati ritrovati sotto costruzione moderne e sono in parte visitabili.
Se vuoi approfondire
Verona sotterranea.
Un viaggio nelle viscere della città alla scoperta della sua storia nascosta.
Scopri di piùLe Mura e le Porte
Verona viene dotata di imponenti mura di cinta che vanno a sostituire la vecchia palizzata e integrano la difesa naturale assicurata dalla corrente del fiume Adige che circonda la città per circa due terzi. Per regolare l'accesso vengono costruite porte monumentali. Due di esse possono ancora essere ammirate dove furono costruite più di duemila anni fa.
Porta Leoni
In particolare, quella oggi denominata Porta Leoni conserva parte della prima struttura in semplici mattoni e tufo propria dell’austera architettura di epoca repubblicana. Porta Leoni deve il suo nome al coperchio di un sarcofago in pietra rinvenuto nelle sue vicinanze decorato con due leoni scolpiti. Il sarcofago è posto nei giardinetti in fondo a via Leoni. Uno scavo di manutenzione stradale, alcune decine di anni fa, ha riportato alla luce anche parte delle fondamenta di porta Leoni, in particolare una delle due torri circolari poste a difesa della struttura, permettendo così agli archeologi di risalire alle sue forme e dimensioni complessivi. Più che di una semplice porta si trattava di una specie di piccolo castello.
Porta Borsari
In epoca imperiale alle strutture in mattoni vennero aggiunte delle facciate in pietra calcarea bianca che possono essere ammirate sia a porta Leoni che a Porta Borsari. Quest’ultima era probabilmente chiamata Porta Iovia, dal un tempio dedicato a Giove che le sorgeva davanti. I resti dell'edificio di culto furono trovati nelle vicinanze e oggi si possono vedere nei giardinetti di via Torbido dove sono stati spostati.
Nata come avamposto militare nel nord della penisola Italica, Verona romana divenne in breve una città popolosa, molto ricca e vitale. Si trovava al centro di importanti vie di comunicazione che collegavano porti e luoghi molto diversi tra loro e favorivano scambi e commerci.
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