Museo Lapidario Maffeiano
Il Lapidario Maffeiano di Verona è un museo di iscrizioni
antiche. Raccoglie cippi funerari, lastre votive, miliari,
frammenti di monumenti, sculture. I reperti sono principalmente di epoca
romana e greca ma vi sono anche iscrizioni etrusche,
paleovenete e arabe.
È stato fondato nel 1745 da Scipione Maffei, illustre
letterato veronese, ed è uno dei musei pubblici più antichi al
mondo.
Molte delle iscrizioni provengono dal territorio veronese. Alcune si
riferiscono a persone, fatti dell'antichità o monumenti tuttora esistenti
come l'Arena. Uno straordinario strumento per approfondire la
storia, la cultura e anche la semplice quotidianità del passato.
Il Museo Lapidario Maffeiano è un luogo insolito e suggestivo ma, se non
sei uno studioso di materie classiche, potrebbe essere difficile
apprezzarlo pienamente, scovare i reperti più significativi e decifrarli.
Ecco che la presenza di una guida turistica diventa indispensabile.
Prenota la tua visita al Museo Lapidario Maffeiano:
+39 333 2199 645 info@veronissima.com P.I. 03616420232 C.F. CPPMHL74L13L781C
I nostri prossimi tour
Scipione Maffei
Per comprendere il Museo Lapidario di Verona bisogna conoscere il suo
fondatore: Scipione Maffei.
Figura poliedrica nel panorama non solo italiano ma europeo. Militare,
filosofo, poeta, drammaturgo, storico, scienziato, librettista d'opera,
ma soprattutto fanatico appassionato di antichità.
Collezionava avidamente manoscritti ed epigrafi antiche, che acquisiva a
Verona, in l'Italia o faceva giungere da tutto il bacino del
Mediterraneo grazie ai possedimenti della Repubblica di Venezia di cui
Verona era parte.
Siamo nell'epoca delle Wunderkammer, sorta di musei privati dove colti esponenti della nobiltà accumulavano oggetti straordinari per il piacere della conoscenza e per stupire i propri ospiti. In breve la collezione di antichità del marchese Maffei divenne enorme.
L'Accademia Filarmonica
Dalla metà del '500 esisteva a Verona un'Accademia Filarmonica. Ne erano membri artisti, musicisti, personaggi di spicco della società che si dedicavano all'organizzazione di incontri e attività culturali, concerti, eventi. Ne era membro anche Scipione Maffei che si adoperò per la realizzazione di un teatro inaugurato proprio con la Fida Ninfa di Vivaldi per la quale aveva scritto il libretto. Il Teatro Filarmonico è tuttora operante. L'ingresso al teatro era costituito da una facciata neoclassica con un pronao di colonne di ordine gigante.
Per saperne di più
Teatro Filarmonico
Opere, operette, concerti di artisti di fama internazionale all'interno dell'affascinante cornice settecentesca del teatro Filarmonico di Verona.
Scopri la Stagione Filarmonica »
Scipione Maffei chiese e ottenne di poter esporre la sua vasta collezione di epigrafi nello spazio antistante. Le iscrizioni e gli altri reperti vennero disposti nel cortile interno e lungo i porticati perimetrali appoggiati al muro o incastonati nella balaustra così da vederne entrambe le facce. L'allestimento fu realizzato dal pittore e architetto veronese Alessandro Pompei.
Maffei, con un lascito testamentario, donò la collezione alla città di
Verona con un vincolo di inalienabilità. Tuttavia, durante la dominazione
francese, Napoleone trafugò alcuni reperti pregevoli. La maggior parte
vengono poi restituiti alla caduta di Napoleone ma alcuni sono ancora
esposti al museo del Louvre.
A Scipione Maffei è dedicato il prestigioso liceo classico di Verona.
Nel 1982, l'architetto Arrigo Rudi, allievo di Carlo Scarpa, ammodernò il Museo Maffeiano, ampliandone gli spazi e riordinando il materiale secondo sezioni cronologiche.
Il Pronao del Teatro Filarmonico
L'area espositiva ricavata nel pronao (colonnato) dell'ingresso
monumentale al Teatro Filarmonico, è una delle più interessanti.
Sono conservati alcuni resti dell'area monumentale del foro
romano di Verona.
Un grande basamento di colonna dimostra la grandiosità dei palazzi pubblici che si affacciavano su quella che è poi diventata piazza Erbe. Esso servì da modello per la realizzazione delle colonne giganti della facciata del Filarmonico.
Un pilastro decorato a bassorilievo con volute di rami dimostra la qualità artistica degli edifici romani e fu fonte di ispirazione per molti artisti rinascimentali di Verona e non solo. Ad esempio il bassorilievo con tre eroti allineati in pose differenti fu usato da Mantegna come modello per i tre putti che reggono un'iscrizione nel celebre affresco per la Camera degli Sposti a Mantova.
Qui è anche esposta la chiave di volta dell'arco di Giove Ammone. Si trattava dell'arco di accesso all'area monumentale del foro. I suoi resti si possono ancora vedere in situ nascosti nella vetrina di un negozio di corso Porta Borsari. La testa di Giove Ammone era caratterizzata da corna attorcigliate di un ariete. La sua presenza proteggeva dagli spiriti maligni.
Molto pregevole è anche una statua acefala forse di una vittoria alata proveniente dall'area del foro. Lo stile è quello neo-attico che si rifà alla scultura greca del V secolo.
Molto interessante per la storia della città e dell'Arena è anche l'iscrizione di Licinia, una matrona romana che sposorizzò una venatio (combattimento con bestie feroci) nell'anfiteatro e vi fece costruire delle fontanelle per permettere al pubblico di rinfrescarsi nelle calde giornate di spettacoli o per spargere profumi nel maleodorante ambiente dei combattimenti. La donazione per queste opere fu fatta con lascito testamentario certificato da un tutore in quanto le donne romane, anche se disponevano di patrimonio proprio, per utilizzarlo dovevano sottostare, almeno formalmente, a un'autorità maschile. In questo caso il figlio.
Alcune iscrizioni vengono dal territorio di Verona come le steli
funebri dei fratelli Sertorio provenienti dalla val d'Illasi.
Si tratta di due militari romani, membri della legione Claudia Pia Fedele,
coinvolta in una rivolta dell'Illiria.
Quinto Sertorio Festo viene rappresentato sulla stele con la lorica
squamata e le insegne del comando in quanto centurione.
Il fratello Lucio Sertorio invece era un portatore di insegne.
Vi sono poi le iscrizioni acquistate dal Maffei a Roma
come le placchette incise provenienti dalle sepolture comuni. Molto
interessante quella di
Socrates, forse uno schiavo greco, agitator,
ossia conducente di quadrighe al circo. Sulla superficie della pietra sono
incisi i traguardi del circo.
Accanto a Socrates vi è l'iscrizione fatta fare da Statia
Crescentina per il marito commerciante. In essa la moglie
ricorda come vissero la vita di coppia senza litigi e violenza!
Vi è poi l'iscrizione per Aemilia Irene, morta a 26
anni, fatta fare dal marito Aurelio Eutikes, membro di una compagnia
teatrale dove aveva il ruolo di stupidus, ossia il buffone. La moglie è
definita coniuge carissima. L'iscrizione fu trovata a Bologna.
La Sezione Greca
Al piano superiore del museo Lapidario Maffeiano si può godere una vista
d'eccezione su piazza Bra e sui portoni della Bra.
Qui sono conservati i reperti di provenienza greca.
Il pezzo più importante è un frammento di una stele votiva ad
Asclepio (Esculapio in latino) e sua moglie Igea, proveniente
dal santuario che era situato alle pendici dell'acropoli di Atene.
I frammenti di questa stele sono sparsi per l'Europa, alcuni
esposti in importanti musei.
Il frammento di marmo raffigura un cane, un cavallo e in basso la prua di
una nave, il mezzo con cui Asclepio arrivò ad Atene da Epidauro.
Al centro della sala vi sono invece frammenti provenienti dall'isola di Thera (Santorini). Si tratta del testamento di Epikteta. È una delle epigrafi greche più lunghe che siano mai state ritrovate.
Info e visite guidate al Museo Lapidario Maffeiano di Verona:
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Alcuni mosaici provengono dalla villa romana di Negrar, in Valpolicella, scoperta per la prima volta negli anni '30 ma solo recentemente scavata in tutta la sua interezza.
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