La Verona di Dante
Con la visita guidata alla Verona di Dante proposta dalle nostre guide turistiche è possibile ripercorrere i luoghi danteschi di Verona così come emergono dalla biografia e dall'opera del poeta.
In circa due ore di percorso puoi scoprire i luoghi e i monumenti legati alla presenza di Dante a Verona, le sue fonti di ispirazione e i riferimenti alla città all'interno della Divina Commedia.
Tour ideale per le scolaresche in gita e gli appassionati di storia e letteratura.
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I nostri prossimi tour
Lo primo tuo refugio
Targa con citazione dalla Divina Commedia all'interno dei palazzi Scaligeri dove Dante trovò ospitalità.
Non si parla molto della permanenza di Dante a Verona. Eppure fu la sua prima destinazione dopo l'esilio da Firenze. Vi rimase almeno sette anni, scrivendovi parte della Divina Commedia nella quale sono molti i riferimenti alla città e ai suoi personaggi storici. Gli eredi di Dante tuttora vivono a Verona.
Lo primo tuo refugio e 'l primo ostello
sarà la cortesia del gran Lombardo
che 'n su la scala porta il santo uccello;
ch'in te avrà sí benigno riguardo
che del fare e del chieder, tra voi due,
fia primo quel che, tra li altri, è più tardo.
Sono le parole di Cacciaguida, antenato di Dante, che gli profetizza l'esilio e l'ospitalità che troverà a Verona. Il poeta lo incontra in Paradiso, nel Cielo di Marte o degli Spiriti combattenti per la fede. Il gran Lombardo è Bartolomeo. La scala è lo stemma degli scaligeri che ancora oggi si vede sui monumenti della città, affiancato alle ali d'aquila simbolo del vicariato imperiale degli Scaligeri.
La descrizione dello stemma scaligero nella Divina Commedia coincide perfettamente proprio con l'aspetto del sarcofago di Bartolomeo all'interno delle Arche Scaligere.
L'esule Dante soggiornò a Verona, città liberale e ghibellina, agli inizi del '300 sotto Bartolomeo della Scala e di nuovo tra il 1312 e il 1318 durante la signoria di Cangrande.
Se vuoi approfondire
Le Arche Scaligere
Scopri di piùStoria di Verona: gli Scaligeri
Scopri di piùDante e Romeo e Giulietta
Le varie versioni di Giulietta e Romeo ambientano la storia proprio nei pochi anni in cui Bartolomeo della Scala era signore di Verona e Dante soggiornò in città.
Il tour nella Verona di Dante fa tappa alla casa dei Montecchi. Sulla facciata della cosiddetta Casa di Romeo trovi la citazione dell'enigmatico passo della Divina Commedia in cui Dante parla di Montecchi e Cappelletti vicino ai versi di Shakespeare.
Molti ritengono che un passo della Divina Commedia sia la prova che quella di Romeo e Giulietta non è solo una leggenda. Altri pensano invece che sia stato proprio Dante a ispirare la storia.
Vieni a veder Montecchi e Cappelletti
Monaldi e Filippeschi, uom senza cura
color già tristi, e questi con sospetti
Si parla del sanguinoso scontro tra Guelfi e Ghibellini in cui Dante stesso rimase coinvolto. Quale potrà mai esser la causa della tristezza che Dante attribuisce alle famiglie rivali Montecchi e Cappelletti?
Se vuoi approfondire
Giulietta e Romeo a Verona.
Scopri di piùIl Palio del Drappo Verde
Il tour nella Verona di Dante fa tappa a Porta Borsari, sul tracciato su cui si correva l'antichissimo Palio di Verona.
A Verona Dante vide anche il famoso palio che per secoli si corse nella città scaligera. L'immagine della moltitudine di uomini che, per aggiudicarsi un prezioso drappo di lana verde, correvano a perdifiato sullo sterrato dell'antica via Postumia dovette impressionare il poeta, che la usò per descrivere il supplizio del girone in cui incontra Brunetto Latini.
Poi si rivolse, e parve di coloro
che corrono a Verona il drappo verde
per la campagna...
Su un muro vicino a Porta Borsari, l'ingresso della città romana sul tracciato del palio, un'iscrizione ricorda i celebri versi.
Cangrande della Scala
Dante fu nuovamente a Verona nel 1312, durante la signoria di Cangrande. Nel signore scaligero il poeta vedeva forse quell'ideale di forza militare, nobiltà d'animo e abilità politica che avrebbero permesso la pacificazione dell'Italia ormai divenuta "indomita e selvaggia".
È di nuovo Cacciaguida a parlarne:
Con lui vedrai colui che ’mpresso fue,
nascendo, sì da questa stella forte,
che notabili fier l’opere sue.
Non se ne son le genti ancora accorte
per la novella età, ché pur nove anni
son queste rote intorno di lui torte...
A lui t’aspetta e a’ suoi benefici;
per lui fia trasmutata molta gente,
cambiando condizion ricchi e mendici
La prima volta che era stato a Verona ospite di Bartolomeo della Scala Dante aveva incontrato Cangrande che all'epoca aveva solo 9 anni. La gente ancora non si era accorta delle potenzialità di questo bambino nato sotto il segno di Marte, che avrebbe compiuto grandi imprese e della cui benevolenza Dante avrebbe goduto.
Il tour nella Verona di Dante fa tappa alle Arche Scaligere, l'impressionante cimitero monumentale dei signori della Scala. Oltre al sarcofago di Bartolomeo che per primo diede ospitalità a Dante, vi si trova anche la grande tomba di Cangrande, morto in circostanze misteriose nel 1329.
Dante lavorò al servizio di Cangrande, redigendo lettere e testi, e compiendo missioni diplomatiche.
Verona nella Divina Commedia
Nei sei anni di permanenza a Verona Dante lavorò alacremente alla Comedia.
Non vi è alcuna prova certa che sia stata fonte d'ispirazione, ma guardando l'interno a gradoni dell'Arena non può non venire in mente la struttura a gironi concentrici dell'Inferno di Dante. Stando alla cronologia più accreditata, Dante inizia a scrivere il suo capolavoro dopo essere stato a Verona e aver quindi certamente visto l'anfiteatro romano.
Un'altra congettura sulle fonti di ispirazione riguarda il portale in bronzo di San Zeno. Osservandone le figure numinose che emergono dal bronzo scuro dei bassorilievi si pensa subito alla famosa porta dell'Inferno.
Dante conosceva bene l'abazia di San Zeno, tanto che nel Purgatorio incontra un suo vecchio abate:
Io fui abate in San Zeno a Verona
sotto lo ’mperio del buon Barbarossa,
di cui dolente ancor Milan ragiona.
L'anima accidiosa si lamenta dell'attuale abate, figlio illegittimo di Alberto della Scala, che lo ha imposto alla guida della ricca abazia.
Sappiamo che per la complessa impostazione teologica del Paradiso Dante si consultò spesso coi sapienti frati agostiniani del monastero di Sant'Eufemia.
La Biblioteca Capitolare
Il chiostro della Biblioteca Capitolare, uno dei luoghi più suggestivi di Verona, forse frequentato da Dante, certamente da Petrarca che tra gli antichi manoscritti scoprì le lettere di Cicerone.
Resta invece incerto se e quanto abbia frequentato la Biblioteca Capitolare. Tuttavia, per esporre la "Quaestio de aqua et terra" (vedi più sotto) Dante scelse proprio Sant'Elena, la chiesa dei canonici annessa alla Capitolare. Il figlio di Pietro Alighieri, nipote di Dante, divenne il notaio ufficiale del Capitolo, il gruppo di prelati che gestiva la biblioteca. Questi sono indizi che fanno ritenere più che probabile che per le sue ricerche Dante abbia frequentato questo tempio del sapere molto conosciuto all'epoca.
Se vuoi approfondire
La Biblioteca Capitolare di Verona, la più antica del mondo.
Scopri di piùLa Partenza
Nel 1318 Dante lascia Verona diretto a Ravenna.
Sui motivi della partenza di Dante da Verona molto si è scritto, ricercandone le cause dentro e fuori la città, in ambascerie proposte a Dante da Ravenna, in un mutato rapporto con il signore di Verona o ancora ad attriti con la corte scaligera.
La Quaestio de Aqua et Terra
Sulla facciata della chiesa di Sant'Elena un'iscrizione in latino ricorda la presenza di Dante che nel 1320 qui espose la "Quaestio de Aqua et Terra". La chiesa è visitabile assieme a tutto il complesso del Duomo.
Nel 1320 Dante è nuovamente a Verona dove in una fredda e nevosa serata, il 7 gennaio, nella chiesa di Sant'Elena, legge ai canonici e agli uomini di cultura veronesi la sua celebre Quaestio de aqua et terra, un vero e proprio trattato di fisica. Forse sperava di conquistare così l'ammissione all'insegnamento nello Studio (la scuola superiore di Verona che stava diventando un'università rinomata). Gli venne però preferito il maestro di logica Artemisio e Dante proseguì così il suo peregrinare fino alla morte l'anno seguente, forse per malaria a Ravenna.
L'Eredità di Dante a Verona
L'eredità di Dante a Verona va oltre i luoghi e i personaggi da lui frequentati.
Nel 1315 la famiglia infatti lo raggiunse a Verona quando anche i figli Pietro e Jacopo, raggiunta la maggiore età, dovettero lasciare Firenze.
Il figlio Pietro studiò legge a Bologna finanziato da Cangrande della Scala. Tornato a Verona trovò occupazione come magistrato e si stabilì con la famiglia presso palazzo Bevilacqua, edificio tuttora esistente proprio di fronte alla chiesa di Santa Anastasia.
Il ritratto di Dante a Verona
Anni fa, nel corso di restauri a Santa Anastasia, sul muro della navata sinistra emerse il frammento di un affresco con un volto dal tipico profilo e il caratteristico copricapo rosso. La figura è inginocchiata con le mani giunte, presentata al bambin Gesù dal Battista, patrono di Firenze. La somiglianza col celebre ritratto di Dante del Bargello è notevole. La chiesa era di fronte alla residenza di Pietro Alighieri figlio di Dante, che forse la commissionò per onorare il padre. Sarebbe in questo caso uno dei più antichi ritratti del poeta.
Nel 1355 Pietro Alighieri acquistò una tenuta in Valpolicella dove ancora oggi, i conti Serego Alighieri, diretti discendenti di Dante, producono Amarone e gli altri vini del territorio.
Presso la chiesa di San Fermo si trova invece la cappella di famiglia Alighieri.
Tenuta Serego Alighieri in Valpolicella.
Scopri di piùLa chiesa di San Fermo a Verona
Scopri di piùTour nella Verona di Dante
Seguire le orme di Dante a Verona nei luoghi in cui il sommo poeta dimorò, per le vie che percorse, in compagnia di una guida turistica, permette di scoprire monumenti, luoghi e scorci della città scaligera in itinerari turistici insoliti e pieni di fascino.
Per maggiori informazioni sui percorsi guidati agli itinerari danteschi:
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