Il Museo del Vino
Il Museo del Vino di Verona ancora non esiste ma è stato avviato l'iter istituzionale per la sua realizzazione e potrebbe essere inaugurato nei prossimi 2-3 anni. La sede proposta per il Museo del Vino di Verona sono le gallerie mercatali, i vecchi mercati ortofrutticoli, un vero e proprio monumento di archeologia industriale sapientemente restaurato e in attesa di una destinazione d'uso.
Ancora nulla si sa di come sarà il Museo del Vino di Verona, il progetto è ancora nella fase propedeutica. Possiamo quindi fantasticare su come ci piacerebbe che fosse, immaginando pezzi esposti e allestimento. Già sappiamo che resistere alla tentazione di chiamarlo MuViVe© seguendo i più recenti trend onomastici museali sarà troppo forte per non concretizzarsi...
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I nostri prossimi tour
Un museo del vino dovrebbe sicuramente essere suddiviso in tre sezioni principali: una storica, una artistica e una tecnica.
Sezione Storica
Il vino è una bevanda che accompagna l'uomo da epoche remote. Nel corso dei millenni si è strettamente legato al mito, alla filosofia, al cristianesimo, alle arti, allo stile di vita, divenendo un elemento fondante della stessa cultura occidentale. Dite che stiamo esagerando? Beh, se pensate che la democrazia nasce nella Grecia antica, dove gli intellettuali si riunivano a parlare di arte, filosofia e politica rigorosamente con una coppa di vino in mano e che nel cristianesimo, religione fondante dell'occidente, durante la messa il vino si trasforma nel sangue di Cristo direi proprio di no.
Un percorso museale che tenesse conto di questo ruolo del vino non avrebbe che l'imbarazzo della scelta nella selezione delle opere e reperti da esporre. Antiche anfore per la fermentazione e il trasporto, crateri per mescere e coppe per bere il vino nei simposi dei greci e degli etruschi, sculture, dipinti, mosaici raffiguranti temi dionisiaci e poi ancora opere dove il vino è legato alla simbologia biblica e cristiana, fino alla modernità dove il vino si trasforma in simbolo di stili di vita e prodotto puramente commerciale.
Sezione Artistica
Una sezione artistica di un museo del vino permetterebbe all'ipotetico curatore di sbizzarrirsi ancora di più. Sono innumerevoli le opere d'arte che hanno il vino come protagonista o anche solo come importante comparsa. Dai mosaici alle sculture greco-romane dedicate a Dioniso e Bacco, crateri, vasi, coppe per il consumo di vino nei simposi, uva e vino nelle rappresentazioni bibliche e cristiane, fino alle nature morte cinque-seicentesche, ai “bevitori” nelle atmosfere bohemiene dell'800, alla grafica e al design del '900.
Sono talmente tanti gli argomenti che certamente una simile sezione andrebbe suddivisa in ulteriori aree tematiche.
Qualche anno fa, in occasione dell'Expo, a Verona si tenne “Vino e Arte” una grande esposizione presso il palazzo della Gran Guardia che esplorava questo tema. La mostra era piacevole ma evidenziò anche i pericoli del trattare un soggetto così ricco e complesso in modo troppo didascalico. Sicuramente potrebbe essere un punto di partenza per comprendere meglio quali sono i rischi da evitare.
Per saperne di più
Mostra Vino e Arte a Verona
VAISezione Tecnica
Infine la sezione più interessante ma anche quella più insidiosa è quella tecnica. Certamente permetterebbe di attrarre un pubblico più specializzato che non solo semplici curiosi e appassionati. I rischi potrebbero essere da un lato quello di risultare banale se si cercasse di renderla fruibile a più persone possibile, dall'altro quello di diventare troppo ostica e astrusa se si cercasse di andare più in profondità e nel dettaglio. Un modo per salvare capra e cavoli sarebbe quello di rendere i percorsi espositivi e i loro argomenti scalabili e progressivi, in grado di fornire il giusto quantitativo di contenuto che ciascun visitatore richiede. Più facile a dirsi che a farsi direte voi, ma mancano forse in Italia professionisti capaci nel settore museale?
La coltivazione della vite, i terroir, i vitigni con la loro nascita, evoluzione e spostamenti nel tempo e nello spazio per tutto il globo, la fermentazione, l'affinamento, la degustazione, gli abbinamenti... gli argomenti, con le loro capacità di creare storie e percorsi narrativi avvincenti, sono pressoché infiniti.
Sezione pratiche permetterebbero di imparare divertendosi: gallerie dei colori, degli aromi, dei sapori, da sperimentare e indovinare, laboratori didattici, anche pensati per i ragazzi, e naturalmente la possibilità di degustare per i maggiorenni.
La possibile sede del Museo del Vino di Verona: Le Gallerie Mercatali
Costruite agli inizi degli anni '50 sono state usate come sede del mercato ortofrutticolo di Verona fino agli anni '90. Sono un simbolo del rilancio economico della città nel dopoguerra e dopo un accurato restauro sono oggi un monumento di archeologia industriale di grande impatto in attesa di una destinazione. La vicinanza con il quartiere fieristico favorirebbe l'afflusso di visitatori durante il Vinitaly. Il Museo del Vino di Verona potrebbe anzi diventare sede per convegni ed eventi complementari alla fiera. Il fatto di trovarsi fuori dal centro potrebbe rendere però più difficile la fruizione da parte del normale visitatore negli altri periodi dell'anno.
E l'Aresenale?
Ma visto che stiamo fantasticando, perché non immaginare l'Arsenale, finalmente in via di restauro, come possibile sede? Lo spazio per un'esposizione ampia e ricca non mancherebbe, così come gli spazi aperti dove realizzare istallazioni “verdi” di viti o addirittura veri mini vigneti-opera d'arte. E avrebbe inoltre il vantaggio di essere in posizione centrale, facile da raggiungere anche a piedi.
Rischi
I rischi nella realizzazione di un Museo del Vino sono molti. Innanzi tutto quello di realizzare un museo “parrocchiale”, con una semplice carrellata di vecchi strumenti enologici arrugginiti e polverosi: torchi, botti, pompe a mano, imbottigliatrici, ecc che abbondano in qualsiasi vecchia cantina, a cui si cerca di dare un po' di lustro con esposizioni moderne e di design.
Dal lato opposto c'è quello di riempire l'esposizione di video, ricostruzioni virtuali, gallerie multimediali, interattività e tutto l'insieme di “diavolerie elettroniche” che tanto piacciono a vecchi amministratori d'azienda e politici anziani perché pensano che faccia “moderno” e attiri i “ggiovani”. Chi andrebbe in un museo del vino per vedere la ricostruzione virtuale di una cantina quando a venti minuti di macchina ne trova migliaia di reali, di ogni genere, tipo, dimensione?
Il Museo di Bordeaux
Guardarsi attorno, e cercare modelli che hanno successo, non per copiare, ma per fissare un'asticella da cui partire per migliorare ulteriormente o sviluppare argomenti che non siano stati trattati è sempre un'ottima idea. A Bordeaux nel 2016 ha inaugurato la Città del Vino, un gigantesco complesso architettonico avveniristico a metà strada tra museo e parco divertimento. 14.000 metri quadri di superficie con aree espositive, sale degustazioni e auditorium. Il progetto è costato circa 80 milioni di euro, finanziati da amministrazioni pubbliche locali, Unione Europea e investitori privati. L'obbiettivo è quello di avere a regime circa 450.000 visitatori annui.
Un progetto troppo ambizioso per una piccola cittadina come Verona? Bordeaux è più o meno delle stesse dimensioni e ha circa lo stesso ruolo di capitale nazionale del vino, circondata da importanti aree vinicole, con un'importante fiera del settore e colossi dell'industria vinicola e agroalimentare. Non c'è niente che non possa permettere a Verona di aspirare a un progetto che sia almeno pari se non superiore a quello della città francese, a parte l'eventuale inettitudine di politici, amministratori e figure coinvolte che per interessi personali, gelosie e una visione miope e ristretta finiscano per rovinare l'esecuzione di una buona idea.