Chiudono gli uffici informazione turistica a Verona
novembre 2014
D ai primi di novembre hanno chiuso definitivamente gli uffici di informazione turistica IAT (informazione e accoglienza turistica) della provincia di Verona. Ha chiuso non solo l'ufficio del centro storico di fronte all'Arena, ma anche quelli dell'areoporto, di Soave, della Valpolicella, del lago di Garda e delle altre località turistiche del territorio veronese.
Il centro informazioni turistiche presso la stazione ferroviaria già da qualche anno aveva fermato le sue attività. Qualcuno nei giorni scorsi ha posto delle corone di fiori di fronte alla sede centrale dello IAT di Verona proprio a fianco al municipio, da cui ogni giorno entrano ed escono sindaco, politici e funzionari.
La trentina di addetti che lavoravano alla struttura di informazione turistica della provincia, tra cui il sempre gentilissimo e professionale personale del front office, sono stati messi in cassa integrazione.
Non entreremo nel dettaglio delle motivazioni che hanno portato a questa situazione, un misto letale di tagli ai finanziamenti, cambiamenti di legislazione, riassetto della pubblica amministrazione. Non ci entreremo perché non ha poi molta importanza in fondo. Sono sicuramente motivazioni validissime, fondate su solide basi legal-burocratiche grazie alle quali nessuno in particolare potrà essere additato come responsabile, nel continuo palleggio tra istituzioni, sport nel quale questo paese eccelle.
Non consola affatto sapere che la situazione è la medesima in tutta la regione Veneto e anche a Venezia, città che nel bene ma soprattutto nel male è simbolo del turismo italiano, sono chiusi gli uffici informazione turistica. Là i 70 addetti sono stati direttamente licenziati.
Non è nemmeno compito nostro polemizzare, che siamo qui per mostrare e valorizzare il lato più bello e splendente del nostro territorio, che facciamo le foto facendo le contorsioni per evitare i pali della luce, le antenne dei telefonini e la brutta "architettura" degli anni '60 che ha devastato il paesaggio italiano più di una guerra.
Non è compito nostro, ma una riflessione la vogliamo comunque fare, anche perché la vicenda della chiusura degli uffici informazione turistica è altamente rappresentativo della situazione italiana.
Negli ultimi due decenni la politica, soprattutto quella locale, ha, come si usa dire, infilato le mani nelle tasche dei turisti, più di quanto non facciano i borseggiatori nel cortile della casa di Giulietta. D'altronde i turisti non votano per l'elezione dei rappresentati delle città che visitano e come alternativa hanno solo quella di pagare e tacere o scegliere altre destinazioni per le proprie vacanze, cosa che prontamente fanno, visto che l'Italia, con tutte le sue opere d'arte i suoi siti archeologici, i suoi paesaggi, il suo patrimonio culturale, sta scalando alla rovescia le classifiche delle nazioni più visitate al mondo. Ma intanto, finché ce n'è, sui turisti si fa cassetta più che si può.
È stata introdotta ed è andata progressivamente aumentando la tassa di soggiorno, il "contributo" di alcuni euro a notte che paga chiunque pernotti in un hotel delle provincia di Verona (e in molte altre parti d'Italia). È stata introdotta ed è andata progressivamente aumentando la tassa che i pullman turistici devono pagare per entrare in città. Adesso i pullman devono pagare un ulteriore contributo per poter far scendere i turisti e un altro per farli risalire, un altro ancora per poter parcheggiare. Per parcheggiare paga anche chi a Verona ci viene in macchina, che paga poi per usare i bagni pubblici e presto pagherà anche solo per accedere al cortile della casa di Giulietta.
Grazie allo stretto contatto e rapporto di fiducia che si instaura tra guida e ospiti abbiamo la presunzione di conoscere meglio di chiunque altro cosa il turista pensi del nostro paese, quali siano le sue aspettative e le esperienze che cerca quando visita città e campagne italiane. Siamo certi che il problema non sia il contributo economico che gli si chiede ma il fatto che esso non sia giustificato da servizi adeguati, risolvendosi in una fastidiosa gabella che sa di medioevo più di quanto non sappiano le atmosfere dei nostri bei centri storici. Che poi in fondo è il problema che ha qualsiasi cittadino italiano, che vede un continuo aumento della tassazione e contemporaneamente un inspiegabile peggioramento del livello dei servizi.
È lecito domandarsi come vengono impiegate le tasse che i turisti pagano se coloro che le tasse le pretendono non sono poi in grado di trovare le risorse per tenere aperto almeno un ufficio turistico in città dalla forte vocazione turistica come Verona o Venezia. Possibile che sia mancata la capacità della politica di trovare una soluzione? Possibile che il mantenimento degli IAT non sia stato considerato una priorità di fronte alla quale mettere assieme gli sforzi di tutti gli organismi pubblici e privati per tenere aperto un servizio così fondamentale, non solo per i visitatori, ma anche per i cittadini stessi che agli IAT trovavano tante utili informazioni su iniziative ed eventi del proprio territorio?
Adesso si spreca fiato e inchiostro sui giornali locali sulle iniziative che prima o poi porteranno alla riapertura degli uffici di informazione turistica. Ma intanto le porte restano chiuse. Per noi italiani è facile sollevare le spalle e scuotere la testa di fronte all'ennesima follia tra le molte cui purtroppo ci stiamo assuefacendo. Gli stranieri invece sbarrano gli occhi e restano come frastornati di fronte a qualcosa di così inspiegabile, e non soltanto quelli che vengona da paesi particolarmente avanzati, ma anche i visitatori da nazioni in via di sviluppo dove si comprende meglio di quanto non si faccia da noi l'importanza del turismo e la sua corretta gestione.
Ma non andiamo oltre. Già ci pentiamo dello sfogo e dell'invettiva che non appartengono a questa sede e cerchiamo sempre e comunque di mantenere un atteggiamento positivo e propositivo. Come guide turistiche non potremo che mettere ancora più energia ed entusiasmo non solo nell'illustrazione delle bellezze del nostro territorio ma anche nel fornire assistenza a informazioni anche a chi non necessariamente fa uso dei nostri servizi, come in realtà abbiamo sempre fatto. D'altronde è questo il principio a cui si è sempre ispirato questo sito, dove si può trovare una tale abbondanza di contenuti che chi vuole può utilizzarlo per organizzare la propria gita a Verona in autonomia. E quando succede ne siamo sempre molto felici. Cercheremo di aggiornare con ancor più frequenza le informazioni su orari, costi, mostre, eventi e iniziative che si svolgono in città e in provincia, come già meritoriamente fanno e credo continueranno a fare con rinnovata energia anche gli altri siti che propongono servizi turistici a Verona. Sarà il privato, come sempre più spesso accade in Italia, a svolgere la "funzione pubblica" là dove il pubblico latita.
Qualcuno potrebbe addirittura vedere in questo un'opportunità di cui rallegrarsi. Ma c'è ben poco da essere contenti. Solo il settore pubblico avrebbe infatti le risorse economiche e organizzative per fornire adeguatamente determinati servizi alla collettività e ci si può solo preoccupare quando, nonostante il costo dell'apparato statale, rinuncia a farlo.
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